“Quando la morte mi chiamerà
Forse qualcuno protesterà
Dopo aver letto nel testamento
Quel che gli lascio in eredità”
Anche se in musica, la canzone dai toni provocatori del cantautore Fabrizio De André, è tra i testamenti famosi più singolari.
E, in effetti, nella lunga storia dei lasciti testamentari, in molti si sono ritrovati a usare l’ironia pungente nel proprio testamento per render noto a posteriori ciò che in vita non gli piaceva.
Ultime volontà che hanno fatto arrabbiare, riflettere o, perlomeno, hanno avuto il pregio di regalarci un sorriso o stupirci nella loro singolarità.
Molti personaggi passati alla storia hanno reso i loro testamenti famosi e curiosi, alcuni per via dei lasciti testamentari, altri per le “strane” richieste in essi contenute.
LASCITI CHE HANNO RESO I TESTAMENTI BIZZARRI
I testamenti, bizzarri o meno che siano, svolgono una funzione davvero importante per chi li scrive.
La loro stesura aiuta a ripercorrete il proprio passato e proiettarsi nel futuro anche dopo la morte.
IL TESTAMENTO DI ALFRED NOBEL
In quest’ottica, probabilmente, il testamento più significativo è quello lasciato da Alfred Nobel.
Che di bizzarro non ha il suo contenuto, bensì l’aneddoto che porto Nobel a lasciare le sue ultime volontà.
La decisione di istituire una fondazione che assegnasse ogni anno i cinque famosi premi a chi aveva apportato benefici all’umanità con la propria opera, nasce, infatti, dalla volontà di lasciare un buon ricordo di sé ai posteri.
Alfred Nobel, prima del suo testamento, era famoso per essere l’inventore della dinamite e un mercante di armi.
Un beffardo errore di un giornale francese che, scambiando la morte del fratello per quella dell’inventore, pubblica un necrologio dai toni molto duri nei suoi confronti lo porta a interrogarsi su cosa resterà di sé dopo la sua dipartita.
L’inventore svedese decide di non voler essere ricordato come un “mercante di morte” e scrive il suo testamento cercando di rivalutare la sua immagine.
Possiamo dire, a distanza di oltre cento anni, che è riuscito nel suo intento!
IL TESTAMENTO DI HEINRICH HEINE
Fu spinto da sentimenti meno nobili il poeta tedesco Heinrich Heine che lasciò tutta la sua eredità alla moglie a condizione che lei si risposasse.
Una condizione bizzarra, ma arricchita da una spiegazione ancora più stravagante.
Heine dichiarò che “Così ci sarà almeno un’altra persone che rimpiangerà la mia morte”, riferendosi sarcasticamente al futuro marito!
La lista dei lasciti testamentari che suonano come una ripicca nei confronti del coniuge è lunga.
Uno su tutti quelli del grande poeta e drammaturgo William Shakespeare che alla sua morte, lasciò alla moglie, dopo trentatre anni di matrimonio, il suo “secondo miglior letto” e altri pochi mobili.
RICHIESTE CURIOSE
Poi ci sono testamenti famosi per via delle curiose richieste in essi contenute, come quella del creatore di ‘Star Trek’, Gene Roddenberry, che chiese che le sue ceneri fossero spedite nello spazio.
Il suo ultimo desiderio, in effetti, fu realizzato.
Manie di grandezza anche per il filosofo Jeremy Bentham, il quale chiese che il suo corpo imbalsamato fosse esposto al pubblico a Londra, dove tuttora è possibile visitarlo.
Di tutt’altro tenore, le ultime volontà espresse da Janis Joplin, che lasciò una somma ai suoi amici per organizzare alla sua morte, invece di un triste funerale, una lunga festa.
Fred Baur, l’inventore degli ormai iconici “tubi” delle patatine Pringles, chiesedi essere seppellito in uno di loro.
Meno bizzarro, ma che vale la pena ricordare tra i testamenti famosi, quello di Luigi Pirandello.
Lo scrittore, che passò la vita a scrutare l’animo umano, forse, come naturale conclusione delle sue osservazioni, chiese che:
“Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso.
Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici.”