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Le fasi del lutto e l’elaborazione del dolore

Le cosiddette fasi del lutto rappresentano per grandi linee le reazioni tipiche e più diffuse nell’affrontare una perdita, ma ognuno le vive a proprio modo, con tempi e modalità diversi.

 

“Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano”

 

Queste parole di William Shakespeare risultano ancor più cariche di verità quando il dolore che si vive è quello che deriva da un lutto, la cui elaborazione è un processo lungo, spesso complicato e profondamente soggettivo.

 

Nell’immediatezza della perdita, probabilmente non si vorrebbe mai sentir parlare di elaborazione, accettazione, superamento.

 

Eppure chi resta e deve affrontare l’assenza dovrà trovare un modo per reagire, assimilare ciò che è accaduto e andare avanti.

 

Di seguito proponiamo una sintesi delle fasi del lutto individuate dalla psicologia.

 

Non rappresentano un percorso lineare e univoco, ma potrebbero essere utili a comprendere che tutti quei sentimenti che si provano nell’elaborare un lutto sono “normali” e che, con i propri tempi e modi, si arriverà ad accettare e convivere con ciò che è irrimediabilmente accaduto.

LA TEORIA DELLE 5 FASI DEL LUTTO

La teoria delle 5 fasi del lutto teorizzata dalla psicologa Kübler Ross nel 1970, è uno dei più conosciuti studi su come affrontare la morte.

Nasce dall’osservazione dei comportamenti e delle sensazioni vissute da malati terminali ed è stato ritenuto utile per i processi di elaborazione del lutto di chi perde una persona cara.

È importante non interpretare le 5 fasi del lutto come un percorso lineare: una fase può presentarsi più volte, mentre qualcuna non presentarsi affatto e, soprattutto, non esiste una regola sequenziale sul loro manifestarsi.


LE 5 FASI DEL LUTTO

Le reazioni all’evento luttuoso, che possono essere le più disparate, sono state tipizzate in queste cinque diverse fasi, propedeutiche ad affrontare quell’enorme dolore che sembra insuperabile.

 

LA FASE DELLA NEGAZIONE

Fisiologico e, in un certo senso, protettivo lo shock emotivo che ci nega l’evidenza, portandoci a rifiutare quella realtà atroce, insopportabile da accettare.

Negare la morte è un intrinseco meccanismo di difesa che mettiamo in atto per l’impossibilità che avvertiamo di sostenere l’insostenibile, accettare l’inaccettabile.

 

LA FASE DELLA RABBIA

Man mano che l’inaccettabile inizia a manifestarsi sempre più reale, può subentrare un senso di rabbia. Questo sentimento può essere incanalato verso qualcuno in particolare, avvertito nei confronti di chi ci ha lasciato, rivolto a se stessi per non essere stati in grado di fare di più. È il disperato tentativo di dare una spiegazione a ciò che non riusciamo ad accettare.

 

LA FASE DELLA NEGOZIAZIONE

In questa fase del lutto, chiamata da Elisabeth Kübler Ross “patteggiamento”, cerchiamo un modo per modificare la nuova realtà, vivendola come se fosse una situazione temporanea. Per quanto possa sembrare illogica nella speranza di poter tornare a prima della morte, questa fase è comunque un passo importante nel processo di elaborazione del lutto, che almeno non è più negato.

 

LA FASE DELLA DEPRESSIONE

È il momento in cui non si può più negare la realtà, si comprende che non esiste un modo per rimediare a quanto accaduto e non si ha più la forza di essere arrabbiati. Il senso di impotenza e di vuoto si impossessa di noi.

Allo stesso tempo, però, arriviamo a constatare l’inevitabilità della morte.

Rappresenta un momento molto delicato, perché si inizia veramente a fare i conti con l’assenza della persona scomparsa e che quell’assenza peserà per sempre sulle nostre vite.

 

LA FASE DELL’ACCETTAZIONE

Con la graduale presa di coscienza della morte, attraversando diversi livelli di dolore e un ampio spettro di sentimenti, diversi e contrastanti, dalla rabbia alla tristezza più cupa, si arriverà ad accettare l’assenza.

Non si ritornerà come prima dell’evento, un lutto segna inevitabilmente una linea di separazione con un prima e un dopo, ma ciò non deve significare che non si possa più costruire il dopo.

I TEMPI NECESSARI PER ELABORARE IL LUTTO

Qual è il tempo necessario? Un anno? Un anno e mezzo?

Il processo di elaborazione del lutto ha tempi soggettivi, influenzati da tantissime variabili, diverse per ognuno di noi.

La tipologia del legame affettivo, le circostanze della perdita, il nostro personale modo di reagire agli eventi sono tutti aspetti che possono rendere più lungo e complesso il percorso di accettazione della morte.

Le fasi del lutto non hanno un’intensità e una durata prestabilite né identiche per tutti. Il dolore per la perdita è vissuto in modo personalissimo e quanto tempo ci vorrà per elaborarlo dipenderà da ognuno di noi.

 

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.” [Haruki Murakami]

Di Taffo Onoranze Funebri

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