Trattiamo sinteticamente i vari momenti del funerale ebraico, pur nella consapevolezza di non poter essere esaustivi.
Ogni religione ha le proprie credenze e tradizioni per affrontare i diversi momenti della vita e della morte.
Anche il rito funebre rispecchia infatti le norme e la cultura del credo religioso al quale si appartiene.
Nell’ebraismo, ad esempio, esistono regole ben precise da seguire quando muore un membro della comunità, che, pur variando in base alla confessione di appartenenza (ortodossa, conservatrice o riformata) riflette la concezione ebraica della morte come dono di Dio.
LA PREPARAZIONE DELLA SALMA
Dal momento della morte, sono i parenti del defunto a occuparsi dell’organizzazione del funerale ebraico secondo le regole e le tradizioni.
Tra la morte e il funerale non devono trascorrere più di 24 ore e in questo lasso di tempo la salma non viene mai lasciata sola.
Dopo il decesso, il corpo viene deposto a terra con i piedi in direzione della porta e ricoperto con un lenzuolo, prima che la salma sia preparata alla sepoltura.
Il rito ebraico prevede tre fasi per la preparazione della salma.
IL LAVAGGIO (RECHITZAH)
Si tratta di un lavaggio rituale durante il quale il corpo viene pulito e lavato accuratamente e vengono rimossi eventuali gioielli e ornamenti. Questa fase è accompagnata dalla lettura di preghiere e passi della Bibbia.
LA PURIFICAZIONE RITUALE (TAHARAH)
Dopo aver purificato il corpo, si passa alla purificazione spirituale, attraverso il lavaggio con acqua corrente fatta scorrere a partire dalla testa fino ai piedi oppure con l’immersione in una mikvah (la vasca usata per le immersioni di purificazione rituale).
Anche questa fase è accompagnata da preghiere e letture.
LA VESTIZIONE (HALBASHAH)
Dopo essere stato asciugato, si procede con la vestizione fatta con gli indumenti tipici di sepoltura, ossia abiti semplici di colore bianco, generalmente di lino, cinti da una fascia in modo che questa formi la lettera shin che rappresenta uno dei nomi di Dio.
La salma è a questo punto pronta per essere avvolta nel tallit, il tradizionale scialle da preghiera e dal lenzuolo funebre.
LA CERIMONIA FUNEBRE NEL FUNERALE EBRAICO
Secondo le usanze del funerale ebraico, la cerimonia funebre non avviene nella sinagoga ma direttamente nel Cimitero, dove tutti si presentano con il capo coperto e i familiari sono soliti strapparsi parti del vestito per simboleggiare la propria disperazione per la perdita.
Il rabbino legge un memoriale in ricordo del defunto e si recita il Kaddish, la tradizionale preghiera che esprime l’accettazione per il volere di Dio.
Terminato la cerimonia, i parenti più stretti trasportano la bara nella fossa, gettando manciate di terra su di essa.
LA SEPOLTURA
L’Ebraismo non prevede né la cremazione né la tumulazione e la salma dovrebbe essere sepolta senza bara, inumata direttamente nella nuda terra.
In Italia, le attuali norme non consentono questo tipo di sepoltura.
Il corpo viene quindi posto nella bara, che è volutamente semplice.
Così come la bara, anche il luogo di sepoltura e la lapide sono molto essenziali.
Le lapidi sono generalmente in pietra e prive di foto, immagini, sculture o altri accessori funebri. Su di esse sono incisi testi in ebraico e simboli legati al defunto.
Inoltre, non si omaggiano le tombe con fiori o addobbi floreali, ma si posano su di esse, rigorosamente con la mano sinistra, piccole pietre, un’usanza che ricorda le origini del popolo ebraico.
Quando si conduceva una vita nomade, la sepoltura avveniva durante il tragitto e dunque si era soliti ricoprire la tomba con un cumulo di sassi per avere la possibilità di ritrovare il luogo della sepoltura.
IL LUTTO EBRAICO
Con la fine del funerale ebraico, ha inizio la Shivah, il periodo di lutto che dura sette giorni.
Durante questo tempo, i familiari del defunto, chiamati avelim, non possono lavorare né svolgere altre attività.
Alcune confessioni prevedono che gli avelim non possano fare il bagno né la doccia, così come non debbano indossare scarpe e gioielli.
In altre comunità ebraiche, le persone in lutto siedono e dormono per terra o su sedie basse e non cucinano.
Saranno parenti e amici ad occuparsi di loro, portando cibo una volta al giorno, solitamente uova sode e pane, e offrendo loro conforto.